Cosa vedere a Creta: siti archeologi

Eccoci tornati con un altro articolo su Creta, questa volta parliamo di cosa vedere a Creta: i famosi siti archeologi.

Se state cercando informazioni sul cibo cretese/greco vi consiglio di leggere Dove, come e cosa mangiare a Creta
Qui trovate un itinerario di 14 giorni
E se dopo aver letto l’articolo siete ancora indecisi, leggete 10 cose da fare e vedere a Creta e ditemi se vi ho convinto a partire. 🙂

Parole di Virginia Foto & Video di Sonia

Cosa vedere a Creta: siti archeologi, i minoici ed i loro palazzi, ma non solo

Visitiamo l’attrazione più famosa di Creta: il palazzo di Cnosso
Ovviamente, per un’archeologa, andare a Creta è un po’ come andare a Disneyland per una bimba di sette anni. Prima attrazione, ça va sans dire, il palazzo di Cnosso.

La leggenda del Minotauro

Fu un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell’età del bronzo). Il palazzo di Cnosso è legato ad antichi miti della Grecia classica, come Minosse e il labirinto costruito da Dedalo, e quello di Teseo e il Minotauro.
Questa leggenda racconta che Minosse, re di Creta, abbia fatto costruire un labirinto per chiuderci dentro il Minotauro nato dall’unione di sua moglie con un toro. Questo essere mostruoso aveva la testa di toro e il corpo di uomo. Ogni anno bisognava dare 7 fanciulli e 7 fanciulle in pasto al Minotauro nel labirinto creando così il mito del mostro della mitologia greca.

Il palazzo oggi

Ti dicono che è finto, che è troppo ricostruito, che tanto gli affreschi sono tutti nei musei e, quelli che ci sono, sono falsi pure quelli. In parte è vero, ma non del tutto: è tutto ‘rifatto’ ormai due secoli fa, e sono il segno di quei tempi, di come un ricco, spropositatamente ricco, Lord inglese, tra l’altro curatore di un museo importante, vedeva l’archeologia: grazie a lui, possiamo avere un’idea di come doveva essere grande e sfarzoso un palazzo datato grosso modo a 2000 anni prima di Cristo (tra l’altro non discostandosi molto da come doveva essere in realtà).

E poi, chi non si guarda intorno, tra pilastri, scalinate, stanze dipinte, immaginando dove abbia camminato Minosse… o se da quelle terrazze sulla valle si possa scorgere il Labirinto.

Cnosso, però, non è soltanto un palazzo minoico, ma un centro relativamente fiorente anche in epoche successive, i resti delle quali, pur individuati e scavati, difficilmente troverete aperti.
E poi, intimamente connesso con IL palazzo, il museo di Heraklion: vi basti immaginare che in quelle sale troverete tutto, o quasi, quello che troverete illustrato in un manuale di archeologia minoica.

Il sito di Phaistòs/Festòs

Seconda attrazione, il sito di Phaistòs/Festòs: è di dimensioni minori rispetto a quello di Cnosso e non presenta alcuna ricostruzione arbitraria. Tra l’altro è scavato da una missione archeologica italiana (e gli scavi continuano), cosa che un po’ ci fa sentire orgogliosi. Anche per chi non ama l’archeologia, vale la pena affacciarsi dal palazzo sulla valle per goderne del panorama mozzafiato.

Agia Triada

Agia Triada è un’altra meta che da brava archeologa non potevo farmi mancare: all’ombra di pini, il piccolo palazzo ha quasi l’idea di un maniero di campagna ante litteram, con la piccola chiesetta bizantina ancora affrescata a proteggerlo: spingete la porta, è aperta, e dentro troverete affreschi mozzafiato.

Il sito archeologico di Gortyna

Quando poi un cartello indica il sito archeologico di Gortyna ringrazi il cielo di avere un marito paziente e che ha imparato ad amare l’archeologia (forse anche più di quanto possa amarla tu): la legge di Gortyna l’ha studiata, tradotta e interpretata e vederla davanti a te, nero su bianco, diremmo noi, fa un certo effetto. Poi c’è il platano diventato sempreverde, dopo aver assistito all’unione di Zeus ed Europa (rapita dalla divinità trasformatisi in toro pur di averla): dicono che strappare una foglia dai suoi rami aiuti il concepimento di un figlio (ma dovete oltrepassare la catenella che lo protegge). Il sito poi prosegue dall’altro lato della strada statale: attraversandola (con molta attenzione, è notoria la guida cretese), tra ulivi quasi contemporanei alle rovine, troverete i resti della città romana.

Altri siti archeologici

Oltre a queste pietre miliari degli studi di un’archeologa, poi, ovviamente, Creta è disseminata di piccoli siti: Polyrimnia a nord ovest, alle spalle di Kissamos-Kastelli, è in cima a una collina, con le costruzioni antiche in parte inglobate dalle case moderne, in parte su un cocuzzolo arroccato. La stessa Kissamos conserva tracce del passato dietro il cortile di una casa o al crocevia di due vicoli. O di siti di grandi dimensioni, poco conosciuti, scavati ma non aperti al pubblico; sito emblema di questa situazione è Eleftherna, nell’interno (la potete raggiungere dalla statale che unisce Heraklion a Rethymno): un’intera valle interessata da un insediamento antico, gran parte riportata alla luce, ma chiusa al pubblico, se non per un nuovo museo, finanziato dalla Comunità Europea (gratuito), che può dare solo una pallida idea di come doveva essere questa città.
Una cosa va imparata subito per affrontare l’archeologia cretese: se un sito i cretesi vogliono che lo visitiate, non vi preoccupate, troverete cartelli evidenti, su tutte le diverse strade che vi ci possono portare; al contrario, a parte qualche cartello di legno, scolorito, possibilmente rotto e posto in punti poco utili, il sito che non vogliono farvi visitare rimarrà assolutamente impossibile da raggiungere, soprattutto quando lo stesso ha un battello che fa servizio passeggeri (come capita per il tempio di Diktynna, sulla penisola di Rodopos, a nord).

Dove dormire

Passarete quasi certamente da Heraklion, l’areoporto principale si trova qui.

Vi consiglio l’hotel eco-friendly Olive Green, hotel a Heraklion ubicato  nel centro città, dove noi abbiamo soggiornato per un paio di notti. Più info e foto qui.

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